L’installazione nasce da un’indagine critica sul rapporto tra abitante e il territorio vesuviano, maturata attraverso un'esperienza diretta sul luogo. Il progetto si compone di 8 lamine incise e un naso dalle fattezze falliche in alluminio. Durante l’esposizione presso Pu-tèca di Tramandars, Borgo Casamale, Somma Vesuviana, (Napoli), è stata realizzata una Performance di apertura, attivando un dialogo tra corpo, materia e territorio. Indossando il prolungamento del naso scultoreo, l’artista, ha cosparso la stanza di terreno, rievocando in chiave performativa i gesti compiuti sul Vesuvio: scavare e riempire, come avviene nelle discariche disseminate nell’area. Il progetto intende documentare e mettere in luce le menzogne ripetute negli anni riguardo alla crisi ambientale vesuviana, trasformando questa realtà in un processo di normalizzazione.